domenica 3 aprile 2016

homework#06 | tassonomia della macchina di propria competenza: il centro storico

Colgo questo invito a fare una tassonomia sulla "propria" macchina come un pretesto per organizzare sistematicamente l'approccio al tema di ricerca. E' l'ultimo homework proprio per la sua complessità, ma anche perché richiede una certa chiarezza verso l'argomento di ricerca, che sto progressivamente acquisendo. La propongo per punti, sapendo però che andrebbe raffigurata come un ipertesto in cui alcuni elementi siano legati ad altri saltando livelli e categorie. 


Centri storici

a | invenzione del concetto
  | a | individuazione del centro storico
  | b | dibattito sull'intervento
  | c | esportazione del concetto di centro storico
  | d | interpretazioni alternative
    | | a | la metacittà

b | rappresentazione
  | a | rappresentazioni bidimensionali
    | | a | piante
    | | b | sezioni
    | | c | assonometrie (esplosi, spaccati prospettici..)
  | b | rappresentazioni tridimensionali

c | tutela
  | a | tutela puntuale
    | | a | elementi di tutela
    | | b | legislazione
    | | c | limitazioni
  | b | tutela diffusa
    | | a | il concetto di patrimonio
    | | b | regole d'uso

d | intervento
  | a | tipologia di intervento
    | | a | intervento puntuale
    | | b | intervento diffuso
    | | c | intervento capillare 
  | b | (ri)costruzione
  | c | riuso
  | d | strumenti urbanistici
  | e | modelli di gestione

martedì 29 marzo 2016

homework#04 | etimologia di tre macchine del proprio ambito di ricerca

catasto
inventario delle proprietà immobiliari di un comune o d'una provincia [DELI 1999]
dal greco tardo κατάστιχον [DELI 1999], o greco bizantino [Devoto Oli 2011], con significato di "registro", deriva dal greco κατά στίχον, "rigo per rigo", nella terminologia tributaria "ruolo fiscale, che porta il nome di una parcella, e non d'un contribuente". La voce si è irradiata da Venezia, e forse anche dall'area dell'Esarcato e della Pentapoli. La storia della voce è piuttosto complessa: A. Castellani [...] individua tre tipi diversi: catastico, catasto e catastro, con la variante cadastro [DELI 1999, p. 313]. Risalirebbe alla prima metà del secolo XIV [Devoto Oli 2011].

inteso come macchina con cui il territorio viene parcellizzato e registrato per essere tassabile



morfologia
nel senso ristretto del termine, è l'osservazione e l'ordinamento sistematico, in base alla forma, di serie di elementi osservabili. La "morfologia urbana" sarebbe quindi lo studio della forma fisica della città. Tuttavia, poiché il termine morfologia nacque in correlazione con il mondo organico, in quegli studi si è conservato sin dal principio il senso di una dinamica. Anche nell'ambito della morfologia urbana è andato crescendo non soltanto il senso del tessuto fisico delle città, ma anche quello dei processi di trasformazione. Per alcuni, l'espressione preferita diventa morfogenesi urbana [Stanford Anderson, Morfologia urbana, in Dizionario dell'Architettura del XX secolo, 2004] 
dal tedesco Morphologie, composta con due elementi greci, μορϕή, forma, e λόγια, parola, discorso. E' un termine coniato da Goethe, che troviamo nel suo diario (senza spiegazione) il 25 settembre 1796, poi nel trattato Zur Morphologie, 1817, da lui concepita come scienza universale del mondo organico. 


inteso come macchina con cui la città viene ridotta ad un sistema di regole compositive e formali



curve isometriche
linea congiungente i punti nei quali un dato fenomeno si manifesta con la medesima intensità [DELI 1999]
dal greco ἴσος, uguale, e μέτρον, misura.

interpretate come la macchina attraverso cui l'orografia del territorio viene ridotta a due dimensioni, trasformandola in linee (discretizzando così il variare dell'altitudine attraverso gradoni)


BIBLIOGRAFIA
Ma. Cortelazzo, Mi. Cortelazzo, P. Zolli, Il nuovo etimologico. DELI - Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, 1999, Zanichelli
M.L.Scalvini, F. Mangone, Dizionario dell'architettura del XX secolo. Immagini e Temi, 2004, Umberto Allemandi
G. Devoto, G.C. Oli, il Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana, 2011Le Monnier

giovedì 24 marzo 2016

homework#10 | sintesi sul ruolo della macchina nella società e nella cultura contemporanea [max 1200 battute]

Se si vuole definire il ruolo che la macchina riveste nella società contemporanea, bisogna considerare il variare della qualità degli scarti di lavorazione lungo l’intero processo: se infatti inizialmente gli scarti si possono considerare grossolani per l’inesperienza del processo produttivo, l’acquisizione di nuove conoscenze permette di massimizzare la produzione riducendo al minimo gli scarti.

Tuttavia, considerando gli scarti delle macchine nella società attuale (siano esse di natura materiale o astratta), spesso essi sono depositari del significato stesso del materiale di partenza, ridotto a (/prodotto?) significante. Il consumatore fruisce un prodotto povero convinto di avere un prodotto di qualità.

Il meccanismo evidenzia un’ulteriore fase produttiva, ovvero la trasformazione del consumatore in prodotto plasmabile, influenzabile tramite un prodotto appariscente.

Se si può affermare che la macchina ha il carattere di chi la disegna, essa opera indistintamente su chiunque attraverso i suoi prodotti: se anche il disegnatore ne fa uso, sarà esso stesso influenzato e trasformato. Affinché disegni una macchina più utile alla macchina, che non al disegnatore.

domenica 20 marzo 2016

homework#08 | la parola "macchina" in una frase pubblicitaria

McCann Helsinki
agenzia pubblicitaria

per il Natale del 2013 l'agenzia McCann avvia una campagna promozionale per farsi conoscere, offrendo gratuitamente uno slogan (è Natale, si è più buoni) a chi ne avesse fatto richiesta. Nel giro di 48 ore totalizzano oltre 300 slogan, aumentando esponenzialmente il proprio bacino di utenza. La campagna è stata lanciata con questa pubblicità



lunedì 29 febbraio 2016

homework#07 | tre presenze della macchina in "La montagna incantata"

lo spazio come macchina di isolamento psicologico PAGINA 20

[...] Lo spazio che rotando e fuggendo si dipana tra lui e la sua residenza sviluppa forze che di solito si credono riservate al tempo; di ora in ora provoca mutamenti interiori molto simili a quelli attuati dal tempo, che però in certo modo li superano. Come quest'ultimo, essa genera oblio, ma lo fa staccando la persona dai suoi rapporti e trasportando l'uomo in uno stato di libertà originaria... anzi, trasforma in un baleno persino il pedante borghese in una specie di vagabondo. Il tempo, si dice, è oblio; ma anche l'aria delle lontananze è un filtro dello stesso genere, e se anche dovesse agire meno a fondo, in compenso lo con maggiore rapidità.


l'abito da cerimonia come macchina del tempo PAGINA 39


Vi si vedeva Hans Lorenz Castorp nell'uniforme di consigliere comunale: in quella divisa cittadina severa e persino timorata, d'un secolo trascorso che una comunità sostenuta e ad un tempo audace aveva portato con sé attraverso i tempi e mantenuto per le occasioni di gala, al fine di trasformare nelle cerimonie il passato in presente, il presente in passato, e di manifestare il costante collegamento fra le cose, [...]


il sanatorio isolato come macchina di trasformazione delle persone PAGINA 24

il sanatorio è una macchina che non compare descritta in quanto tale, ma presenta all'interno del testo il prodotto della sua trasformazione: Joachim Ziemssen, cugino del protagonista, abituato a vivere in città come ufficiale, si presenta al giovane Castorp come un abitante della valle, tant'è che ad un certo punto il cugino non manca di fargli notare la stranezza

«Tu parli in modo così strano» insinuò Castorp.
«Parlo in modo strano?» ripeté Joachim con una certa apprensione rivolgendosi verso il cugino.
«No, no, scusa, mi è parso solo un momento» si affrettò a dire Castorp. Ma aveva alluso alle parole "noi quassù" che Joachim aveva pronunciato già per la terza o quarta volta e a lui erano sembrate in qualche modo deprimenti e singolari.



EDIZIONE Thomas Mann, La montagna Incantata, Corbaccio, Milano 2015, traduzione di Ervino Pocar

sabato 20 febbraio 2016

homework#03 | la macchina per il dottorato: il pensiero laterale e l'imprevisto/irrazionale

Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema.

Mentre una soluzione diretta prevede il ricorso alla logica sequenziale, risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, il pensiero laterale se ne discosta (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi prima di cercare la soluzione.


Il principio che sta alla base di questa modalità è simile a quanto proposto col pensiero divergente: per ciascun problema è sempre possibile individuare diverse soluzioni, alcune delle quali emergono solo

  • prescindendo da quello che inizialmente appare l'unico percorso possibile
  • cercando elementi, idee, intuizioni, spunti fuori dal dominio di conoscenza e dalla rigida catena logica. 
 È importante quindi disporre di modalità e strumenti che facilitino questi processi di pensiero, per generare creativamente ipotesi da abbinare e combinare con le conoscenze già possedute, fino al raggiungimento dell'obiettivo prefissato. È il caso delle mappe creative, che consentono al contempo di fermare le idee e di registrarle, predisponendole per essere poi rielaborate. Tra queste si collocano anche le mappe mentali di Tony Buzan oppure le solution map, che possono essere utilizzate per facilitare lo svolgimento di sessioni creative basate su tecniche come i sei cappelli per pensare. [fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_laterale]


La lettura del romanzo avverrà in modo arazionale, senza una sequenza logica che prevederebbe di iniziare dal primo capitolo e arrivare all'ultimo. Al contrario individuerò, secondo un metodo che sia il caso anziché l'ipotesi che il capitolo possa contenere un elemento di interesse per la mia ricerca, quali capitoli leggere. L'approccio è metaforicamente simile ad una ricerca: ci si inserisce su un percorso più o meno sequenziale, raccogliendo elementi che ne definiscono i vari step senza ordine logico di tempo, prima o dopo l'elemento precedente. L'approccio laterale consente tuttavia sia di individuare l'intero percorso, sia di apportare punti di vista innovativi.




martedì 16 febbraio 2016

homework#05 | loghi con la presenza di una "macchina"

Bus Torino
application for smart devices



Codeship
Platform for Continuous Delivery



Matri
Sewing machines factory